CON le dimissioni dell' amministratore delegato di Expo 2015, Lucio Stanca, non fa che acuirsi il senso d' inadeguatezza che per ora ha comunicato la macchina organizzativa. A questo si aggiunge una situazione quasi schizofrenica che nasce guardando i reportage e le notizie che giungono da Shangai: cifre roboanti, partecipazioni di massa del pubblico. LA CINA sta offrendo un' immagine di grande potenza, che non si discosta molto da ciò che l' Europa rappresentava a inizio secolo scorso, l' epoca d' oro di quelle esposizioni universali in cui si magnificava la grandezza di un continente in pieno sviluppo industriale. Porsi sulla stessa lunghezza d' onda di Shangai per Milano significherebbe compiere un errore madornale. Da un lato perché stiamo attraversando una crisi epocale, strutturale, che non è detto che si mitigherà negli anni a venire; dall' altro perché non è possibile pensare di portare a Milano lo stesso numero di visitatori che stanno realizzando in Cina. Laggiù le masse interessate a una cosa come l' Expo ci sono davvero, gli si offre un mondo cui ambiscono ma che non hanno ancora mai visto. È per questo che confluiscono dalle campagne con entusiasmo. Sono contadini che stanno vivendo ciò che i nostri contadini vissero un secolo fa: normale che l' Expo, nella sua concezione più classica, da loro funzioni ancora. Da noi no. I cittadini ormai hanno quasi tutto alla portata di mano, sufficienti e forse eccessivi stimoli provenienti dalla società in cui vivono: non serve visitare i sontuosi padiglioni delle Nazioni perché è sufficiente internet. Abbiamo già visto tutto e il contrario di tutto. Allora sarebbe intelligente cercare di vincere questa sfida con paradigmi d' altro tipo, innovando anche il concetto stesso di Expo. Non è nel numero di visitatorio nelle grandi opere che si misurerà il successo ma nella capacità di emozionare, di coinvolgere, di fare uno sforzo costruttivo nei confronti della nuova società in cui stiamo vivendo in Occidente. In più - e non è affatto secondario - non ci sono le risorse: i tagli sul budget dell' Expo continuano e continueranno, cerchiamo di essere realisti. Il progetto originale dell' Expo 2015 si fonda su di un tema che fin ora è stata la cosa migliore che ci ha offerto questo progetto: confrontarci sull' alimentazione e l' energia, i due capisaldi da cui partiranno i nuovi paradigmi del futuro, la terza rivoluzione industriale. È questo il patrimonio dell' Expo per ora, e nessuno ne parla. Ci vuole un approccio metodologico che si sforzi per una nuova politica del cibo, per una nuova politica energetica, cercando di coinvolgere i cittadini e i giovani, i quali non a caso sono tra i più sensibili su queste tematiche. Se l' esercizio continuerà a essere soltanto quello dei secondi fini speculativi (non necessariamente in negativo, ma è pur vero che si parla solo di terreni, di generare sviluppo, impiego, di costruire edifici) o quello di una governance della macchina che ancora non si è trovata, allora tanto varrebbe essere onesti e dire che Milano non ha i numeri per fare l' Expo. La sfida è percorribile soltanto se si volerà alto sul tema prescelto, se quello diventerà il vero core business dell' evento. Agricoltura sostenibile, il poterla toccare con mano in un grande orto del mondo; conoscere gli elementi della produzione del cibo; valorizzare le culture alimentari e gastronomiche del pianeta; rifiutare un sistema alimentare basato sullo spreco e l' omologazione; ridare dignità e far riscoprire il piacere del cibo: Milano può diventarne l' agorà internazionale e proporsi anche in un momento di crisi come il luogo per eccellenza dello scambio d' idee e delle buone pratiche. Se si lavorerà su questo la gente si entusiasmerà. Se invece qualcuno crede ancora che arriveranno 29 milioni di persone soltanto per vedere tra gli stand anche quello da 150 milioni di Euro degli Emirati Arabi Uniti (come a Shangai), gli posso garantire sin d' ora che sta vivendo nel mondo dei sogni. Il mio è un grido di dolore: o si trova il giusto bandolo sulle tematiche e sul coinvolgimento diretto dei cittadini d' Europae del mondo oppure la strada, spiace dirlo, è già segnata. - CARLO PETRINI
da www.repubblica.it
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domenica 27 giugno 2010
mercoledì 9 giugno 2010
Rifkin-Petrini, dialogo sulla natura
http://tv.repubblica.it/copertina/rifkin-petrini-dialogo-sulla-natura/48534?video
giovedì 27 maggio 2010
degust-end
Ciao a tutti, vi ricordiamo che questa sera, giovedi 27 maggio alle h 20.45 presso sala riunioni della CFL, dopo la splendida lezione dedicata ai rossi (con un superbo Chianti Rocca delle Macìe 2007 offerto da Wine Bar di Stefano Gabusi) si terrà la quarta e ultima lezione del Corso di degustazione vini: saranno nostri ospiti tre vini da dessert di qualità, il Sauternes, il Madera del Friuli e un super Marsala invecchiato proposto da Franco Fanzaga, il nostro socio somelier e docente, il tutto accompagnato da due dolci preparati con le nostre...manine!
Al termine della lezione ci accorderemo sulle iniziative future e sui prossimi passi della Condotta, tra cui il Congresso fondativo che vorremmo tenere verso il 15 giugno p.v.
Vi aspettiamo.
Al termine della lezione ci accorderemo sulle iniziative future e sui prossimi passi della Condotta, tra cui il Congresso fondativo che vorremmo tenere verso il 15 giugno p.v.
Vi aspettiamo.
lunedì 24 maggio 2010
degustando 3
Ciao a tutti, vi ricordiamo che domani sera, martedi 25 maggio alle h 20.45 presso sala riunioni della CFL, si terrà la terza lezione del Corso di degustazione vini: saranno nostri ospiti tre rossi di qualità, il Gutturnio dell'Oltrepò, un rosso pregiato (a sorpresa) della Toscana e un rosso riserva dell'azienda siciliana Enocarboy, uvaggio di Nero d'Avola e Cabernet Sauvignon.
Vi aspettiamo.
Vi aspettiamo.
giovedì 20 maggio 2010
Presentato oggi il programma del Salone Internazionale del Gusto
Oggi presso il Lingotto Fiere di Torino è stata presentata l’ottava edizione del Salone del Gusto (21-25 ottobre, Torino). All’incontro sono intervenuti: Alessandro Altamura, Assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive Città di Torino; Carlo Petrini, Presidente Slow Food; Roberto Cota, Presidente Regione Piemonte.
L’Assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive della Città di Torino Altamura: «Il Salone del Gusto è una delle grandi manifestazioni internazionali che la Città di Torino vuole continuare a sostenere. Non solo perché l’evento presenta numeri importanti (visitatori, movimentazione economica ecc.), ma perché porta avanti sin dall’edizione 2006 un discorso di sostenibilità: la manifestazione si sta impegnando per ridurre sempre di più l’impatto ambientale. Torino infatti è in prima linea su questa tematica, è una città laboratorio in cui si sviluppano pratiche di sviluppo sostenibile non solo nel campo della produzione alimentare, ma anche nel settore industriale, nella programmazione urbanistica, nella tutela del territorio… per uno sviluppo economico che guarda anche alla qualità della vita del cittadino. Vorrei infine sottolineare la grande prova di accoglienza dei torinesi che ad ogni edizione di Terra Madre ospitano centinaia di contadini nelle proprie case. Simbolo di una Torino aperta e internazionale».
Carlo Petrini, Presidente Slow Food, ha voluto sottolineare: «Nonostante questo periodo non facile per l’intera economia mondiale sono sicuro che questo sarà un grande Salone del Gusto. Una manifestazione che propone un sistema produttivo del cibo in antitesi con il modello agroindustriale, portatore di questa crisi planetaria. Una crisi entropica, perché per produrre 100 unità di energia di cibo, ne consumiamo 150. Questo sistema è diventato nel tempo insostenibile, riducendo il cibo a merce senza più valore culturale. Ecco perché i numeri dello spreco alimentare sono spaventosi: 4000 tonnellate di cibo edibile buttate ogni giorno se guardiamo alla sola Italia. E considerare il cibo una commodity ci ha portato anche a pagare i contadini una miseria: 27 centesimi per litro di latte, 10 euro per quintale di grano. Più si consuma, più si spreca, meno si pagano i contadini. Il Salone del Gusto e Terra Madre, essendo fuori dalla concezione agroindustriale, ma anche dalla schizofrenia gourmettistica, ridanno il giusto valore al cibo, perché esso è l’energia primaria per la vita».
«Il Salone è anche un evento straordinario» continua Petrini «per le facce che si vedranno e con cui si potrà parlare e scambiare conoscenze: contadini, allevatori, pescatori… A Torino vengono da tutto il mondo al Salone perché dietro c’è un modo unico di concepire l’agricoltura e la produzione alimentare. Il Salone è didattica, sperimentazione, cultura, sviluppo sostenibile e tanto altro ancora».
Il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ha chiuso l’incontro: «Come Presidente della Regione sostengo questa iniziativa perché credo sia un’occasione importante di promozione del territorio e perché dietro questo evento c’è un patrimonio di valori che dobbiamo portare avanti. Di fronte alla globalizzazione selvaggia la nostra riposta deve essere local-global, collegata quindi al valore dell’economia della produzione. Il primo impegno che dobbiamo mantenere è quello di portare in Piemonte il lavoro: la nostra agricoltura e la nostra industria. Tanti giovani stanno tornando a occuparsi di agricoltura e noi dobbiamo andare verso questa direzione».
Il programma del Salone del Gusto 2010 è visibile sul sito www.salonedelgusto.it . Da oggi sarà anche possibile prenotare on-line gli incontri già in calendario (laboratori del gusto, teatri del gusto, appuntamenti a tavola,…). Il sito sarà aggiornato in tempo reale con notizie e nuovi appuntamenti.
Ufficio Stampa/Press Office Salone del Gusto – Terra Madre:
c/o Slow Food: Tel. +39 0172 419653/45/66/12 press@slowfood.it Fax +39 0172 419725
c/o Regione Piemonte: Tel. +39 011 4323312 ufficiostampa.giuntaregionale@regione.piemonte.it
c/o Comune di Torino: Tel. +39 011 4423606 raffaela.gentile@comune.torino.it
www.salonedelgusto.it / www.terramadre.org
L’Assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive della Città di Torino Altamura: «Il Salone del Gusto è una delle grandi manifestazioni internazionali che la Città di Torino vuole continuare a sostenere. Non solo perché l’evento presenta numeri importanti (visitatori, movimentazione economica ecc.), ma perché porta avanti sin dall’edizione 2006 un discorso di sostenibilità: la manifestazione si sta impegnando per ridurre sempre di più l’impatto ambientale. Torino infatti è in prima linea su questa tematica, è una città laboratorio in cui si sviluppano pratiche di sviluppo sostenibile non solo nel campo della produzione alimentare, ma anche nel settore industriale, nella programmazione urbanistica, nella tutela del territorio… per uno sviluppo economico che guarda anche alla qualità della vita del cittadino. Vorrei infine sottolineare la grande prova di accoglienza dei torinesi che ad ogni edizione di Terra Madre ospitano centinaia di contadini nelle proprie case. Simbolo di una Torino aperta e internazionale».
Carlo Petrini, Presidente Slow Food, ha voluto sottolineare: «Nonostante questo periodo non facile per l’intera economia mondiale sono sicuro che questo sarà un grande Salone del Gusto. Una manifestazione che propone un sistema produttivo del cibo in antitesi con il modello agroindustriale, portatore di questa crisi planetaria. Una crisi entropica, perché per produrre 100 unità di energia di cibo, ne consumiamo 150. Questo sistema è diventato nel tempo insostenibile, riducendo il cibo a merce senza più valore culturale. Ecco perché i numeri dello spreco alimentare sono spaventosi: 4000 tonnellate di cibo edibile buttate ogni giorno se guardiamo alla sola Italia. E considerare il cibo una commodity ci ha portato anche a pagare i contadini una miseria: 27 centesimi per litro di latte, 10 euro per quintale di grano. Più si consuma, più si spreca, meno si pagano i contadini. Il Salone del Gusto e Terra Madre, essendo fuori dalla concezione agroindustriale, ma anche dalla schizofrenia gourmettistica, ridanno il giusto valore al cibo, perché esso è l’energia primaria per la vita».
«Il Salone è anche un evento straordinario» continua Petrini «per le facce che si vedranno e con cui si potrà parlare e scambiare conoscenze: contadini, allevatori, pescatori… A Torino vengono da tutto il mondo al Salone perché dietro c’è un modo unico di concepire l’agricoltura e la produzione alimentare. Il Salone è didattica, sperimentazione, cultura, sviluppo sostenibile e tanto altro ancora».
Il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ha chiuso l’incontro: «Come Presidente della Regione sostengo questa iniziativa perché credo sia un’occasione importante di promozione del territorio e perché dietro questo evento c’è un patrimonio di valori che dobbiamo portare avanti. Di fronte alla globalizzazione selvaggia la nostra riposta deve essere local-global, collegata quindi al valore dell’economia della produzione. Il primo impegno che dobbiamo mantenere è quello di portare in Piemonte il lavoro: la nostra agricoltura e la nostra industria. Tanti giovani stanno tornando a occuparsi di agricoltura e noi dobbiamo andare verso questa direzione».
Il programma del Salone del Gusto 2010 è visibile sul sito www.salonedelgusto.it . Da oggi sarà anche possibile prenotare on-line gli incontri già in calendario (laboratori del gusto, teatri del gusto, appuntamenti a tavola,…). Il sito sarà aggiornato in tempo reale con notizie e nuovi appuntamenti.
Ufficio Stampa/Press Office Salone del Gusto – Terra Madre:
c/o Slow Food: Tel. +39 0172 419653/45/66/12 press@slowfood.it Fax +39 0172 419725
c/o Regione Piemonte: Tel. +39 011 4323312 ufficiostampa.giuntaregionale@regione.piemonte.it
c/o Comune di Torino: Tel. +39 011 4423606 raffaela.gentile@comune.torino.it
www.salonedelgusto.it / www.terramadre.org
martedì 18 maggio 2010
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